A Mendoza…é vietato bere

Ah, Mendoza, la capitale del vino argentino… Già pronunciarne il nome – con la Z morbida, in spagnolo! – mi provoca un sussulto che mi spinge a prepare i bagagli e partire di nuovo! Ogni appassionato di vino che si rispetti ha sicuramente Mendoza sulla lista delle destinazioni desiderate (o meglio, agognate, visto che per noi europei non è proprio dietro l’angolo).

Sono ormai passati alcuni anni dalla mia visita, ma i ricordi sono ancora vividi. Situata ai piedi delle Ande, a due passi dai 6.900 metri dell’Aconcagua (la vetta più alta dell’intero continente americano), separata da Buenos Aires da 1.000 km di pampa sterminata e distante poco meno di 400 km da Santiago del Cile, Mendoza è al centro della maggiore zona di produzione vinicola del Paese e una delle più importanti al mondo.

Nei (troppo pochi) giorni passati qua, le giornate passano tra una visita ad una cantina e l’altra, senza fretta, godendosi il tempo in ognuna di esse, come comandano i ritmi argentini. Si beve rosso, Malbec e Cabernet Sauvignon sopratutto, vini decisi, strutturati, con tanto legno, da accompagnare con della splendida carne argentina.

Come concludere la visita a Mendoza, l’ultima sera, se non trovando un bel ristorante in cui gustarmi carne e vino? In compagnia di una ragazza australiana conosciuta nel pomeriggio (cibo e vino si gustano meglio se condivisi dopotutto, o no?) ci accomodiamo al tavolo di un elegante ristorante, perdiamo qualche minuto per consultare il menu e, soprattutto, per individuare una bottiglia ricercata. Trovata, ordiniamo!

“Lo siento senor, después de las 8 de la tarde no podemos vender alcohol”… Cosa??? E perché?? Perché mancano 12 ore all’apertura dei seggi per eleggere il nuovo presidente e, per legge, è vietata la vendita di alcolici su tutto il territorio nazionale (in Argentina votare è obbligatorio, e il divieto di vendita di alcolici pare limiti potenziali “dimenticanze” di recarsi ai seggi). “Ma noi non siamo argentini!” provo a spiegare al cameriere, mostrando i passaporti. Nulla, inflessibile! Provo anche a fargli notare – il più delicatamente possibile – che non siamo nel Paese più ligio al rispetto delle regole, che siamo in un angolo del ristorante, che siamo lì apposta per bere del vino…Non c’è niente da fare, il cameriere è incorruttibile.

Tutto il giorno a fantasticare su cibo e vino, chiacchiere e buona compagnia, sfumati nel nulla davanti a una delizia nel piatto…accompagnata da acqua!

La mattina seguente, all’alba, l’autobus che mi porterà verso nord é pronto a partire. Per fortuna nel tragitto passo davanti alla fontana da cui sgorga vino – si, vino – in centro città. Meno male, almeno l’ultima immagine di Mendoza sarà legata al vino e non all’acqua della sera prima!

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