Uno degli aspetti più gratificanti nell’essere un wine educator? Il pubblico. Parlare ad un pubblico, poterne leggere i movimenti del corpo, osservarne lo sguardo, percepire sussurri di approvazione – o perché no, di noia – é linfa vitale per rendere vincente una presentazione.
La voglia di parlare di fronte a un pubblico potrebbe apparire banale e scontata visto il periodo che stiamo attraversando. E chi non vorrebbe averlo, verrebbe da chiedersi…? In questi mesi mi sono rivolto diverse volte ad un pubblico virtuale e, posso dirlo? Non mi é piaciuto e non mi piace! Certo, non essendoci alternative, é sicuramente meglio che non averlo proprio un pubblico, però sarà sempre un rapporto cui manca un pezzo, che spero di riuscire a ritrovare al più presto.
Nei mesi che seguiranno l’allentamento delle misure restrittive ancora in vigore, gli incontri virtuali continueranno certamente ad esistere, pur diminuendo in quantità man mano che il tempo ci consentirà di tornare alle vecchie care abitudini di riunirci e sederci gli uni accanto agli altri. Ma sicuramente non scompariranno, una seppur piccola percentuale di eventi continueranno a svolgersi online, davanti al computer. Molti di noi si sentiranno più protetti e al riparo da pericoli seduti comodi nel proprio studio, piuttosto che frequentare ambienti più o meno affollati; d’altronde, i contenuti che può offrire un evento online sono spesso identici a quelli di un evento in presenza!
Ebbene, queste persone e il loro contributo alle mie presentazioni sarà ciò che continuerà a mancarmi per un bel pezzo perché non conta se in una platea sono sedute 10 o 100 persone, ognuna di loro rende l’evento più ricco e unico.